E' uno strano oggetto di alluminio, dalla struttura solida e completamente meccanico: niente elettronica e niente CPU, nemmeno motori a scoppio, pertanto non assorbe corrente elettrica e nemmeno carburante. Non richiede neanche energia solare e tantomeno quella nucleare. Di tanto in tanto si possono poggiare delle gocce di lubrificante nei punti di maggior frizione e volendo gli potete rivolgere belle parole d'amore per ringraziarlo dell'instancabile servizio è capace di fornire alla vostra barca a vela in mezzo al mare.
Ha una finestra di funzionamento piuttosto ampia per cui si riesce ad utilizzarlo anche per giorni interi durante i quali, se necessario, lo potete regolare per meglio stare in rotta se il vento cambia direzione. Se la meteo è stabile e non vi curate di variazioni di prua di 10-15 gradi, e non vi mettono ansia le vele non perfettamente a segno, Windpilot timonerà la barca tutto da solo lasciandovi il tempo per stare sotto lo spray-hood al riparo dal sole, pioggia e mare appunto. Il vostro watching sarà inoltre più accurato durante il turno di notte perchè gli occhi li terrete puntati all'orizzonte tutt'attorno e non sulla bussola. Sul Civetta II noi lo mettiamo in azione appena possibile, spesso già alcune ore dopo la partenza per una nuova tappa quando oramai siamo in mare aperto e non abbiamo altre imbarcazioni attorno a breve distanza. Lo usiamo con venti di traverso, lasco, granlasco e di poppa. Avendo uno spray-hood grande che arriva fino a dietro il pozzetto, e Windpilot è installato sullo specchio di poppa appena 50 centimetri lì dietro ad esso, con venti di bolina il flusso aereo risulta disturbato imprimendogli instabilità quindi preferiamo staccarlo in tale situazione. Dalla mia esperienza Windpilot fa fare alla prua un'andatura leggermente ondulatoria, ora a dritta per un paio di minuti, ora a sinistra per altrettanto minuti; se avete regolato le vele perfettamente a segno allora rimarrete delusi perchè Windpilot vi risulterà dispettoso "costringendovi" a prendere voi il timone in mano se vorrete avere un andatura più precisa; ma in Oceano i tell-tail non sono di primaria importanza per chi vuole semplicemente navigare e non bada a mezzo nodo di velocità in più o in meno; al più si dovranno sopportare saltuari sventolamenti della tela al vento.
Nel web si trovano libri interi sulla storia e sulla teoria dei vari tipi di timoni a vento in costruzione fin dal secolo scorso, e non sto qui di certo io a scrivere cose nuove e rivoluzionarie, o a riportarne i lunghi e approfonditi testi, per cui vi rimando, per una loro descrizione più dettagliata, a tali letture. Avrete così la possibilità di confrontarne alcuni tipi ogn'uno con un loro modo di funzionamento, con i pregi ed i difetti riscontrati durante l'uso in diverse situazioni.
Desidero però tentare di spiegare come funziona a grandi linee il Windpilot. Una tavoletta di legno leggero dai bordi arrotondati, dello spessore di 3-4 millimetri, larga 20 cm, alta 70 cm, posta verticalmente ed un po inclinata, chiamata pala o alettone, di taglio nella direzione del vento, funge da sensore del fluido aereo. Quando il vento, o la barca, cambia di direzione allora l'incidenza del vento sulla pala cambia di conseguenza spingendo la stessa di lato; questo movimento laterale di leva fa sollevare una sottile asta che termina con un ingranaggio che aziona un piccolo timone immerso in acqua facendolo variare proporzionalmente di incidenza nel liquido. Il piccolo timone basculante si muoverà quindi deciso e con forza trasferendo il suo movimento amplificato di leva, con un sistema di cavi tessili e bozzelli, alla ruota del timone che correggerà la variazione in direzione opposta riportando la barca nella direzione impostata (o più esattamente la riporterà nell'angolo impostato rispetto al vento); la pala riceverà nuovamente il vento di taglio e tutto si riporta in posizione neutra in attesa della prossima variazione. Silenzioso, instancabile e sorprendente, Windpilot è un'attrezzatura che senz'altro acquisterei per la mia barca a vela.
(foto: "Due Secondi al Sunset" in Oceano Indiano)
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