Il giro del Mondo in barca a vela: "Non si possono scoprire nuovi Mari se non si ha il coraggio di lasciar scomparire la Terra dietro l'orizzonte"
domenica 5 aprile 2015
Fai la Fila, Prendi il Tuo Numero e Parcheggia la Tua Barca
Siamo nel Mare dei Caraibi in una delle zone forse più ambite dai vacanzieri di tutta l'area Occidentale: Grenada, Carriacou, Petit Mertinique, The Grenadines, Saint Vincent… Ieri ed oggi il comandante ha puntato su due baie incantevoli dal punto di vista naturalistico ma purtroppo questa bellezza è da condividere con altre 30-60 barche. Chiudendo gli occhi e concentrandomi solo sull'udito e sull'olfatto la memoria mi rimanda tanti anni addietro quando ancora frequentavo le spiagge affollate della mia regione: odore di olio e crema solare, schiamazzi giocosi di bimbi allegri, voci di adulti ad impartire raccomandazioni, risa, schizzi d'acqua. L'impatto con il turismo mi provoca un leggero vomito di certo maggiore del rollare sulle onde della nostra Free&BrEasy. Riapro gli occhi al rumore del motore di una barca: un locale pescatore si ferma a fianco a noi perchè ci vuol vendere frutta ed aragoste. Rifiutiamo senza nemmeno chiedere il prezzo. Insiste un po forse stupito dal rifiuto a quell'irrinunciabile offerta, poi passa ad un altro cliente un po più avanti. Ce ne sono tanti di clienti qui intorno e la merce si vende sempre. Coccobellooooooo! Gente in mare con maschera e pinne a fare snorkeling a caccia di pesci e tartarughe. E' come giocare a pallone sull'asfalto del parcheggio in città in mezzo alle autovetture. Passano taxi a velocità elevata. Gommoni da destra con destinazione sinistra, altri da sinistra vanno a destra, tutti a cercare un posto migliore, tutti con qualcosa da fare, qualche centinaia di metri più in là. Poi arriva anche l'uomo delle boe del "parcheggio" che vuole i suoi soldi: 75 $EC (circa 25 Euro) a notte; dice che ci fa lo sconto se ci fermiamo più notti. Dal mio viso non traspare il salire dei liquidi gastrici dallo stomaco alla gola: ora il livello di vomito è aumentato. Ma scopro che all'aumento del malore contribuiscono anche le onde casuali (cioè non quelle regolari dovute al vento) alzate dai motori fuoribordo che ronzano e sfrecciano sia a prua che a poppa, e per un attimo penso che forse in mare aperto le onde siano minori che non qui nel "parcheggio". Perchè non ritorniamo in mare aperto nell'Atlantico? Perchè non ci mettiamo all'ancora dove non ci sono i turisti? Qui guidano la barca come se fosse un automobile; con venti nodi di vento al traverso o al granlasco questi vanno a motore. Ogni tanto si vede una vela alzata ma così sventata che è un orrore, solo casualmente il fileggiare diminuisce col cambiare di rotta all'approssimarsi della destinazione e non di certo per intervento manuale sulla scotta. E ti passano a cinque metri a tribordo. Butto l'occhio per vedere se hanno anche le cinture allacciate, lo specchietto retrovisore e l'airbag… L'autostrada è un posto infernale ma è difficile accorgersene e lasciare quell'idea di vita frenetica, ci vuole tempo, forse un anno, forse più?
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Nooo non si può....
RispondiEliminaGià immagino l'affollamento di rumorosi e insopportabili diportisti da spiaggia....
Qualcuno che conosco, ha per certi casi un buon sistema, usa la fionda per i vicini rumorosi e per quelli che passano troppo vicino....
Augurissimi di buona Pasqua Franco e Patrizia