Il giro del Mondo in barca a vela: "Non si possono scoprire nuovi Mari se non si ha il coraggio di lasciar scomparire la Terra dietro l'orizzonte"
mercoledì 31 dicembre 2014
giovedì 25 dicembre 2014
martedì 23 dicembre 2014
Auguri!
Cerco di pescare qualcosa per il pranzo di Natale ma non trovo nulla della taglia giusta... pesci TROPPO GRANDI! Che se li siano mangiati tutti? Comunque auguri per il nuovo anno.
Torno presto :-D
domenica 21 dicembre 2014
Un Polacco di nome Tomasz Cichocki al suo 3° Tentativo!
Quando mi trovavo a Port Elizabeth ho notato una barca a vela tutta sponsorizzata e dal profilo "cattivo", roba da Oceanici insomma. Dopo giorni e giorni era ancora li ormeggiata al suo posto e ho deciso di guardarla meglio e di andare alla ricerca del suo proprietario: Capitan Cichocki, polacco al suo terzo tentativo di fare il giro del mondo, 300 giorni senza mai fermarsi e da solo, lungo la rotta sud (Atlantico, Oceano del Sud attorno all'Antartide, Atlantico nuovamente). Nato nel 1957 pensa di tentare per la prima volta nel 2002 ma quando passa per Gibilterra gli sequestrano la barca causa debiti... Ci riprova nel 2012 e questa volta va meglio, quasi meglio; appena passa il Capo di Buona Speranza in Sud Africa va in collisione con una balena, rompe il timone e purtroppo deve fermarsi per forza per ripararlo riuscendo ad entrare in qualche modo in porto, a Port Elizabeth...
Nel 2014 ci riprova, al suo 3° tentativo, pieno di buona volontà e di sponsor. Sarà la volta buona? Riparte dalla Francia, ripassa il Capo della volta scorsa affrontando una tremenda bassa pressione con venti di 70 nodi, e lui va avanti. Un'onda spaventosa però gli aggancerà la vela principale che gli piegherà l'albero, non molto, tanto da farlo rientrare nuovamente in porto per le riparazioni fermandolo per l'ennesima volta a... Port Elizabeth!! Si può essere più fortunati?
Fra qualche giorno dovrebbe arrivare il nuovo albero di ricambio via nave. In aereo, dice, l'albero non glielo volevano caricare: troppo lungo!
Buon vento Capitan Cichocki.
Nel 2014 ci riprova, al suo 3° tentativo, pieno di buona volontà e di sponsor. Sarà la volta buona? Riparte dalla Francia, ripassa il Capo della volta scorsa affrontando una tremenda bassa pressione con venti di 70 nodi, e lui va avanti. Un'onda spaventosa però gli aggancerà la vela principale che gli piegherà l'albero, non molto, tanto da farlo rientrare nuovamente in porto per le riparazioni fermandolo per l'ennesima volta a... Port Elizabeth!! Si può essere più fortunati?
Fra qualche giorno dovrebbe arrivare il nuovo albero di ricambio via nave. In aereo, dice, l'albero non glielo volevano caricare: troppo lungo!
Buon vento Capitan Cichocki.
giovedì 18 dicembre 2014
Prigionieri Liberi
"Perchè quando hai capito che l'amore per il tuo sogno è tutto quello che veramente conta può capitare di sentirsi fuori posto. Ho sorriso al pensiero che, anche stavolta, quando mi trovo in un posto vorrei già trovarmi da un'altra parte. Perché, cari amici, questo è un po’ il senso dei viaggi che facciamo: una vita libera e avventurosa che non può essere richiusa in una valigia di ricordi. Lo sanno tutti quelli che immaginano, sognano, preparano, realizzano".
Ho capito. Ho chiuso gli occhi ed ho capito. Anche questa volta chiudendo gli occhi ho visto meglio.
Anche il Comandante Vlado ha capito che era arrivato il mio momento, il momento del distacco, del bisogno di cambiamento. Ha capito che pur essendo a bordo mi trovavo già da un'altra parte, immerso nei miei pensieri rivolti a nuovi orizzonti. Ha capito che l'avventura del Giro assieme poteva continuare ma solo su un altro livello: quello della comprensione tra due persone che hanno vissuto 24h su 24h in pochi metri quadri per oltre tredici mesi per i Mari e per gli Oceani. Liberi ma Prigionieri. Ha capito che il Viaggio assieme ci rimarrà per sempre dentro, certe esperienze non si dimenticano. Grazie Comandante Vlado, Grazie Civetta II!!
Il mio Giro continua. Adoro questo Viaggio e mi piace la nuova Barca, il nuovo Comandante (canadese) e l'Equipaggio (scozzese). E' tutto nuovo, tutto da reimparare, tutto da ricominciare in una "casa" nuova. Le incognite ci sono come in ogni cambiamento ma l'impressione avuta dal colloquio con i miei nuovi futuri compagni di viaggio è stata ottima. I prossimi tre mesi a traversare l'Oceano Atlantico li trascorrerò a bordo del catamarano Free & BrEasy di 12 metri, modello Manta 40, capt. Roger e crew Michael!
In foto: Vlado e Marco, 20000 miglia assieme.
lunedì 15 dicembre 2014
Sorry Sul Lungomare
Il V&A Waterfront Marina a Cape Town è un posto piuttosto lussuoso. Siamo tutti ormeggiati qui, noi del World ARC Rally, con le nostre barche a vela. Tutto è pulito ed ordinato. Animazioni e band nelle piazzette, innumerevoli negozi per fare shopping, oro e diamanti, Ferrari, Aston Martin e Bugatti nei parcheggi. Passeggi per i vicoli e gli addetti della security in giacca e cravatta ti chiamano Sir. Anche al bar e nei ristoranti ti chiamano Sir. Una forma di cortesia verso il Cliente che ho sempre apprezzato in qualunque posto mi trovi. Io stesso al mio B&B chiamo "Signore" i Clienti. La schiavitù è un vecchio ricordo, l'apartheid invece è finito ufficialmente soltanto una ventina di anni fa, e due decenni non sono molti. Siamo in Sud Africa. Lo noti per strada, quando ti capita di incrociare un anziano o una persona di mezza età: tengono gli occhi abbassati e ti fanno passare. Io sono pur sempre un bianco. Vesto abitualmente sportivo coi miei pantaloni lunghi Adidas, vecchi compagni di avventura, scarpe da ginnastica nere e verdi fluo, maglietta Nord-Sails e felpa blu Nautilago col cappuccio. Qui il sole picchia veramente forte e nonostante il caldo la felpa la tengo su e pure il cappuccio per non scottarmi. C'è la brezza di mare a rinfrescare, ed oggi tira un vento da 20-30 nodi e gli schizzi dal frangi-flutti arrivano fino al pedonale lungomare. C'è parecchia gente che fa jogging. Credo di confondermi tra gli altri ma uno sorprendentemente mi si ferma ad un paio di metri e serio mi guarda negli occhi e mi chiede, in inglese ma con un'inflessione chiaramente afrikaans, se ho fame. Sorry?! (rispondo). Pensavo di non aver capito bene ma poi ripete la domanda scandendo meglio le parole: "Ha fame signore? Posso farle avere del cibo e da bere se è affamato e assetato".
martedì 9 dicembre 2014
Ho Letto uno Strano Libro
E tra i mille pensieri che mi scatenano i libri come questo mi è rimasta impigliata tra le dita una storia. Quella di Larry Walters.
Io non so se qualcuno di chi legge sa chi fosse Larry Walters. Beh, io ho cercato, rovistato il web, guardato le sue foto alla ricerca del perchè e del come. Della molla e delle molle.
Larry in verità si chiamava Lawrence Richard Walters e diventò famoso come “Il pilota della sedia da giardino” o “Larry Lawn Chair”. Larry non fu accettato in aeronautica perchè era miope. Larry però voleva volare. Larry era un camionista che passava tanto tempo a pensare seduto in giardino.
E pensava a come si può volare se non hai un brevetto. Larry nell’estate dell’82 mentre finisce la guerra delle Falkland, mentre si ritrova il corpo di Calvi sotto il ponte dei Black Friars a Londra e Israele invade il Libano… Larry… prende 45 palloni meteorologici… che ha comprato in un outlet di materiale militare… li riempie di elio… li attacca alla sua sedia a sdraio… porta con se un fucile ad aria compressa… una ricetrasmittente… Vola. Larry vola. Vola. Vola per 45 minuti. Sopra San Pedro in California… Sopra l'aeroporto di Long Beach… Sopra le piccole cose che ci preoccupano… Sopra le miserie e sopra le crisi… Sopra la pace e sopra la guerra… Sopra il “non puoi” e sopra ”è impossibile”. Soprattutto sopra tutto. Arriva a 1500 metri… Ed informa un radioamatore di non preoccuparsi… E di dire alle autorità che è tutto ok. Ed è tutto ok. Spara ai palloni. Uno alla volta. Ecco perchè ha un fucile. Giusto. Scende e scende male. Sopra ai fili della corrente. Ma scende e non si fa nulla.
Ha volato. Sulla sua sedia. Ha volato sopra i pregiudizi e le difficoltà. Nonostante tutto e nonostante tutti. Con i suoi occhiali e la sua miopia. Ha vinto lui, ha vinto la sua sedia a sdraio. Una volta per tutte. Una volta sola volerà più in alto. 11 Anni dopo Larry vola di nuovo e per sempre. Vola da solo, perchè non è facile rientrare nelle file dopo che hai fatto il salto. Dopo che hai capito che puoi volare sulla tua sedia senza ascoltare il brusio dei senza-dio e senza-speranza. Dopo che hai capito che quello che ci vuole è l’amore per il tuo sogno. Dopo avere capito tutto questo può capitare di sentirsi fuori posto. Non è bello, ma posso, se non giustificare, almeno comprendere lo smarrimento di chi ha fatto quello che doveva. Quello che voleva.
Beh, a me la storia di Larry piace. Mi piace la sua foto in bianco e nero, seduto sulla sua sedia, che volteggia a mezz’aria. Come chi ha già staccato la spina dalle miserie umane.
Buon volo Larry.
[Sebastiano Zanolli - La Grande Differenza]
Io non so se qualcuno di chi legge sa chi fosse Larry Walters. Beh, io ho cercato, rovistato il web, guardato le sue foto alla ricerca del perchè e del come. Della molla e delle molle.
Larry in verità si chiamava Lawrence Richard Walters e diventò famoso come “Il pilota della sedia da giardino” o “Larry Lawn Chair”. Larry non fu accettato in aeronautica perchè era miope. Larry però voleva volare. Larry era un camionista che passava tanto tempo a pensare seduto in giardino.
E pensava a come si può volare se non hai un brevetto. Larry nell’estate dell’82 mentre finisce la guerra delle Falkland, mentre si ritrova il corpo di Calvi sotto il ponte dei Black Friars a Londra e Israele invade il Libano… Larry… prende 45 palloni meteorologici… che ha comprato in un outlet di materiale militare… li riempie di elio… li attacca alla sua sedia a sdraio… porta con se un fucile ad aria compressa… una ricetrasmittente… Vola. Larry vola. Vola. Vola per 45 minuti. Sopra San Pedro in California… Sopra l'aeroporto di Long Beach… Sopra le piccole cose che ci preoccupano… Sopra le miserie e sopra le crisi… Sopra la pace e sopra la guerra… Sopra il “non puoi” e sopra ”è impossibile”. Soprattutto sopra tutto. Arriva a 1500 metri… Ed informa un radioamatore di non preoccuparsi… E di dire alle autorità che è tutto ok. Ed è tutto ok. Spara ai palloni. Uno alla volta. Ecco perchè ha un fucile. Giusto. Scende e scende male. Sopra ai fili della corrente. Ma scende e non si fa nulla.
Ha volato. Sulla sua sedia. Ha volato sopra i pregiudizi e le difficoltà. Nonostante tutto e nonostante tutti. Con i suoi occhiali e la sua miopia. Ha vinto lui, ha vinto la sua sedia a sdraio. Una volta per tutte. Una volta sola volerà più in alto. 11 Anni dopo Larry vola di nuovo e per sempre. Vola da solo, perchè non è facile rientrare nelle file dopo che hai fatto il salto. Dopo che hai capito che puoi volare sulla tua sedia senza ascoltare il brusio dei senza-dio e senza-speranza. Dopo che hai capito che quello che ci vuole è l’amore per il tuo sogno. Dopo avere capito tutto questo può capitare di sentirsi fuori posto. Non è bello, ma posso, se non giustificare, almeno comprendere lo smarrimento di chi ha fatto quello che doveva. Quello che voleva.
Beh, a me la storia di Larry piace. Mi piace la sua foto in bianco e nero, seduto sulla sua sedia, che volteggia a mezz’aria. Come chi ha già staccato la spina dalle miserie umane.
Buon volo Larry.
[Sebastiano Zanolli - La Grande Differenza]
sabato 6 dicembre 2014
Benvenuti a Cape Town: la Vista dal Table Mountain è Magnifica
Ci aspettavamo draghi, olandesi volanti, squali bianchi, moby dick, calamari giganti, orche assassine e pure il megalodonte; non di meno potevamo trovare venti di burrasca, onde anomale, correnti impossibili, iceberg inevitabili e nebbie da affettare. Invece il Re Nettuno ha deciso, dalle profondità più buie ed irraggiungibili dei 5 Oceani, di concederci questa volta una navigazione confortevole e di poter guardare Cape Agulhas, un po tra la foschia mattutina, con riverenza, rispetto e timore ma con molto meno ansia della vigilia.
E' mattino presto e ci accingiamo ad entrare nel Porto. Due ponti pedonali ci vengono alzati per farci passare, i nostri amici di American Spirit ci segnalano con le pile il nostro posto lungo la banchina dove ormeggiare: sono le 03:50h ed ora possiamo dire che l'Oceano Indiano ed i mesi trascorsi in esso sono stati piuttosto faticosi ma che ce l'abbiamo fatta!
mercoledì 3 dicembre 2014
lunedì 1 dicembre 2014
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