martedì 11 novembre 2014

Dal Madagascar al Sud Africa un Mare di Correnti


Eh sì, siamo arrivati in Africa! La foschia e la leggera pioggerella, il cielo grigio plumbeo, le trentina di grandi navi cargo ancorate non distanti dalla costa non hanno reso giustizia alla visione, finalmente, del reale profilo sottile e colorato della terra di questo continente. La zona è battuta da frequenti ed improvvise basse pressioni; al nostro arrivo la precedente è passata, e la prossima è alle porte. Un po di fortuna non guasta, e nemmeno l'uso anche esagerato del motore per cercare di centrare la finestra ed entrare con questa meteo grigia sì ma che ci ha consentito un ragionevole e meritato relax anticipato.
Le correnti marine vanno di qua e di la, serpenti d'acqua che si snodano seguendo una logica imperscrutabile. Ci abbiamo convissuto per dodici giorni e 1450 miglia lungo questo tratto di Oceano Indiano e tutti gli equipaggi da me interpellati non lo rifarebbero, almeno non di certo nei prossimi 10 anni, diciamo. La corrente in se stessa non è poi così male: se va nella tua direzione allora vai più veloce, se è contraria allora rallenti l'andatura anche di molto, anche a fermarti sul posto. Il problema è la corrente in combinazione con il vento: se i due fenomeni hanno direzione opposta allora il mare, cioè le onde, prende un aspetto poco confortante proporzionalmente allo loro forza. Tanto vento con tanta corrente, si balla alla grande! Ma le mostruose onde da 10-20 metri ci hanno risparmiato fino ad ora.
Il presidente del Zululand Yacht Club di Richards Bay ci accoglie all'ingresso del porto e ci guida fino all'ormeggio, accostiamo, le cime fermano la nostra barca nel punto giusto. Poi il presidente ci informa sulla prima regola del Club: bere una bottiglia di vino bianco locale, in compagnia, prima di scendere a terra! E alle 07:00 di mattina certe regole vanno rispettate soprattutto se è il presidente in persona a passare la bottiglia!

In foto: screenshot dal sito earth.nullschool.net (correnti marine)


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