mercoledì 19 febbraio 2014

Riserva Naturale, le Regole sono Regole


Se pensate di venire alle Galapagos e scorazzare su e giù per mare, spiaggia e monti come volete allora vi sbagliate. Qui, praticamente tutto, è un Parco Naturale. La guida che ci accompagnerà ad un'escursione di snorkeling, tra l'altro molto ma molto bella (l'escursione), riferisce che sono attualmente in vigore circa 100 regole, ma che lui, per brevità, ce ne elencherà solo alcune: seguire lui e non uscire dai sentieri, non correre dietro agli animali, non avvicinarsi agli animali a meno di 3 metri, non prendere "souvenir" di nessun genere (sassi, conchiglie, ecc.) perchè, anche se lui non vi vede, poi, per chi prende l'aereo il controllo all'uscita vi sequestrano e multano tutto. Non intromettersi tra i piccoli e la mamma degli animali in particolare riferimento ai leoni marini (foche), non entrare nel cono di azione per una cinquantina di metri davanti al capo-branco. Non toccare gli animali tipo mante, squali, iguane, tartarughe giganti e altri di ogni genere perchè non potete sapere come reagiranno e, oltre all'eventuale morso, alcuni possono essere velenosi, molto velenosi; inoltre se li toccate, portando come esempio di nuovo le foche, trasmettete il vostro odore e profumo, e la mamma, nel caso di un piccolo, non lo riconoscerà più come suo e lo abbandonerà. Gli animali quì non conoscono nemici e predatori, e quindi tenderanno ad avvicinarsi a voi invece di fuggire come succedere normalmente alla vista dell'uomo. E' vietato pescare: se ti beccano a farlo alla traina ti mettono in galera.
Una cosa che ho notato subito arrivando da est all'Isola San Cristobal, e costeggiandola per un paio di ore, è la totale assenza di case ed infrastrutture civili come strade, fili elettrici, pontili, e nemmeno semplici capanne o ruderi. Nessuna costruzione "di signori ricchi" sulla costa. Poi arrivando al centro abitato ed al porticciolo qui si potranno trovare tutte le cose a noi famigliari.
Al nostro arrivo nei pressi del porticciolo alziamo la bandiera gialla Quebec, filiamo l'àncora ed avvisiamo via radio VHF che siamo arrivati, rimanendo poi in attesa dell'ISPEZIONE da parte dell'Autorità; nel frattempo nessuno può sbarcare o comunque allontanarsi dalla barca. Nel giro di qualche ora arriveranno, pantaloncini corti color cachi, maglietta ufficiale verde del Parco Naturale delle Galapagos, scarponi da montagna, zaino, occhiali scuri, ben 5 rappresentanti del Parco appunto, 3 della Polizia ed un rappresentante dell'Agenzia per le pratiche, 1 taxista. Il taxista, su un barchino giallo a motore con tettoia, aspetta gironzolando attorno alla nostra Civetta II con un poliziotto; un'altro poliziotto si siederà a poppa e terrà tutto sott'occhio, l'altro poliziotto entrerà sottocoperta con 4 naturalisti; il quinto naturalista starà in coperta a fare foto; anche uno dei quattro di sotto farà foto di tutto. Subiremo, "con la nostra approvazione", la perquisizione di tutta la barca ed un stretto interrogatorio e controllo. Carte e certificati di ogni tipo ed ovviamente i passaporti che tratterranno per controlli ulteriori, le fotocopie dei passaporti ed il nulla osta del porto/nazione precedente (nel nostro caso Panama). Così per un'ora circa. Le immondizie vanno separate per tipo in appositi sacchetti colorati che possiamo acquistare in paese, le quali però si potranno depositare soltanto a Santa Cruz su un'altra isola in un Centro abilitato che poi ci rilascerà opportuna ricevuta che, ovviamente, dovremo esibire prima di lasciare le Galapagos. La benzina e l'acqua potranno essere acquistate tramite un Agente e ci verranno recapitate direttamente sulla barca tramite Taxi. Vicino ad uno sportello uno dei naturalisti ci attaccherà un adesivo con la scritta "Non gettare rifiuti in mare". Non si possono scaricare acque nere e grige in mare, si dovranno invece trattenere fino a quando saremo al largo fuori dalle Isole.
Ci sequestreranno alcuni vegetali ed alcuni tipi di frutta che non sono ammessi qui, come anche latte e formaggi freschi, pesce e carne; l'idea loro è quella di non "inquinare" la zona di eventuali semi ed organismi alieni alle specie che popolano le Galapagos. I cibi in scatola ed a lunga conservazione si possono tenere. Nel frattempo arriverà anche un gommone con due sub incaricati ad ispezionare la barca sotto la linea di galleggiamento nonchè la zona di mare circostante (nel malaugurato caso avremmo avuto qualcosa da nascondere e ci fosse venuta la brillante idea di affondarla momentaneamente…). Pare tutto ok. Sganciamo centosessanta dollari a testa delle quali cento per il Parco, dieci per l'agente, cinquanta non so per chi. Poi sbarcano tutti che ringraziamo con dovuto rispetto come si usa al cospetto delle Autorità. Ci dicono che possiamo ammainare la bandiera Quebec, l'ispezione è terminata.
Dopo due giorni ci arriverà l'inaspettata notizia, e come noi altre 18 imbarcazioni (su un totale di 45) partecipanti al World ARC Rally, che la nostra chiglia per una decina di centimetri sopra la linea di galleggiamento presenta alghe e parassiti marini, e che in quello stato non possiamo rimanere nel territorio delle Galapagos. Considerando che la nostra barca in quella fascia è quasi perfetta visto che la puliamo noi a mano e con cura quasi ad ogni porto, la sentenza delle Autorità ci è sembrata un chiaro modo per spillarci ulteriori soldi: 300 dollari per la pulizia da parte di una squadra sub, autorizzata dal Parco, ed annesso fotografo che documenti il lavoro fatto con foto da presentare agli Ispettori; ma il peggio di tutto è che lo dobbiamo fare fuori dalla zona del Parco… ben 70 miglia al largo…
Qualsiasi persona, anche non competente in materia, capirebbero subito che mandare 19 imbarcazioni per un totale di circa 80 persone a bordo ed un gommone con 1 team di sub + supporto + fotografo al largo in Oceano Pacifico non è un'operazione da chierichetti della domenica mattina che si esaurisce in un paio di ore. E così sarà infatti.

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